Category: Migliori Pratiche

Anziani e comunità

« Fortunato quel bambino che arriva in questo mondo con dei buoni geni, dei genitori amorevoli e persino dei nonni che prontamente si rivolgono a lui con entusiasmo e con gioia. (…) la nostra società non sa veramente come integrare gli anziani nei suoi principali modelli e convenzioni o all’interno del suo funzionamento vitale. Piuttosto che essere inclusi, gli anziani non vengono più visti come fonti di saggezza, ma come simbolo di vergogna.

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Nel nostro paese le cose vecchie ed inutili, come sappiamo, vengono buttate via. Abbiamo però introdotto il concetto di “riciclaggio”, che estende l’utilità delle cose vecchie e contribuisce ad evitare di sovraccaricare la terra di enormi depositi di detriti. Sicuramente non buttiamo nella spazzatura i nostri parenti anziani, ma non facciamo nemmeno abbastanza per promuovere il loro “riciclaggio”. E perché non assicurare loro migliori occhiali da vista, migliori apparecchi acustici oltre che giornali, riviste e libri con caratteri di stampa più grandi? Tutti i medici si raccomandano di fare esercizio fisico, di camminare, per mantenere la salute e la mobilità. Ma poche città o paesi si preoccupano di mantenere marciapiedi e strade sicure dove gli anziani possano muoversi lentamente e con attenzione. Avete mai visto una città dotata di panchine sulle quali l’anziano che va a fare la spesa possa riposarsi un momento dalla fatica di trasportare buste piene e pesanti?

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Gioie dell’architettura

“ Il fine di tutta l'architettura, lo scopo della sua organizzazione geometrico-spaziale, è quella di fornire opportunità a situazioni capaci di favorire la vita.

La questione centrale dell’architettura, il suo scopo principale, è quello di creare quelle configurazioni e quelle situazioni sociali, che forniscono supporto e sostegno ad un comfort vivificante e ad una profonda soddisfazione - a volte entusiasmo - in modo che uno sperimenti la vita come degna di esser vissuta.

Quando questo scopo viene dimenticato o abbandonato, non esiste di fatto, nessuna architettura di cui parlare. ”

— C. Alexander, H. Neis, M. Alexander. “Battle for the Life and Beauty of the Earth.” - Oxford University Press. N.Y. November 2012, p. 2

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Fasano e gli alberi che la gente ama

Ingresso principale al Parco della Rimebranza, Fasano, 2014

Con grande rammarico osserviamo che, da alcuni anni, gli alberi della Città di Fasano e frazioni vengono ripetutamente maltrattati con drastiche potature che in alcuni casi arrivano anche alla loro “capitozzatura”.

Ogni volta che tagliamo un ramo, asportiamo una parte indispensabile per l’albero. Se asportiamo una parte eccessiva dei rami, e quindi di foglie, l’albero si troverà in condizione di avere troppo poca energia rispetto a quella di cui necessita, favorendo l’avanzare dei parassiti del legno, che inizieranno a disgregare degradare i tessuti in prossimità del taglio, dando origine a delle cavità all’interno di rami e tronchi; questo andrà a rendere la struttura dell’albero ancora più fragile.

“Un albero è molto di più di un semplice pezzo di legno morto” come disse Alex Shigo, riconosciuto in tutto il mondo come padre della moderna arboricoltura “gli alberi sono esseri viventi, che sono in attività durante tutto l’anno…”.  

Un albero in città svolge un ruolo insostituibile per il benessere dei cittadini, purifica l’aria, trattiene di inquinanti, abbassa notevolmente le temperature dei mesi più caldi, attenua il triste grigiore portato da strade e cemento, riduce il rumore del traffico e contribuisce ad aumentare il benessere psicologico e vitale delle persone, riducendo lo stress e migliorando l’interazione sociale. La cosa indiscutibile è quanto sia importante che gli alberi, in città, ci siano! (altro…)

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La strada micidiale

La strada su cui sorgono le nostre case è micidiale. Il marciapiede aveva un senso prima di essere interrotto in più punti per lasciar posto gli imbocchi delle strade private d’accesso. Oggi è tutto un caos di cunette, cordoni, dislivelli – una corsa ad ostacoli per mamme con carrozzina. La strada stessa non è più un luogo di passeggi, dove si possono scambiare quattro chiacchiere con i vicini o gli amici, ma un’arteria di servizio percorsa da camion pericolosi e da altri veicoli puzzolenti pieni di estranei. Non può più ospitare  i giochi dei bambini, gli incontri degli innamorati. Non va più nemmeno bene per i cani. Il conflitto non risolto tra veicoli e pedoni l’ha resa superata.

tratto da: ‘Spazio di relazione e spazio pubblico’, Serge Ivan Chermayeff e Christopher Alexander, Saggiatore, Milano, 1963

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A sträd du’ pallàm

Prima di realizzarlo, un mondo migliore bisogna desiderarlo, sognarlo ed anche immaginarlo.
Il percorso da noi intrapreso il 4 Gennaio con il progetto « Paese Mì… – 12 proposte per rivitalizzare il territorio di Fasano », è indubbiamente pieno di ostacoli e difficoltà, legate soprattutto alla poca fiducia che si ripone in azioni spontanee, all’incapacità da parte delle associazioni locali di condividere intenti e percorsi con altre figure fuori dal loro stretto cerchio, ma questo non ci scoraggia.

I cambiamenti, positivi, necessitano di lunghi periodi di gestazione; partecipare attivamente e pro-positivamente a questi processi di trasformazione rende il tutto più semplice.

Andiamo avanti e, giunti al sesto appuntamento, invitiamo tutti quelli che, come noi, credono in un cambiamento possibile e democratico, della nostra martoriata Città, a partecipare CON IL CUORE al suo cambiamento!

Sabrina Giannoccaro

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“Ogni città nel mondo può essere migliorata in meno di tre anni.”

“Every city in the world can be improved in less than three years.” — Jaime Lerner

Ci piace immaginare che ci siano persone che ci guidano e ci illuminano durante il nostro percorso. A volte lo fanno da molto lontano ed una di queste è sicuramente l’architetto “condotto” Jaime Lerner. Un grande uomo che “ha reinventato lo spazio urbano nella sua citta’ natale Curitiba in Brasile. Nel far questo ha cambiato la prospettiva degli urbanisti di tutto il mondo rispetto al paesaggio metropolitano.”

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