Tagged: A Pattern Language

Costruire per giocare

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Con questo articolo iniziamo un percorso di ricerca ispirato dalla lettura del pattern n° 73 – Parchi giochi d’avventura, presente nel saggio “A Pattern Language” pubblicato nel 1977 dal gruppo di lavoro di Christopher Alexander. Qui si faceva riferimento al lavoro di Lady Allen di Hurtwood (pubblicato nel saggio Planning for Play, Cambridge: MIT Press, 1968) che ha sviluppato il concetto di parco giochi d’avventura per le città, segnalandolo come cardine fondamentale per la costruzione di parchi giochi di quartiere.

Leggiamo nella descrizione del pattern in oggetto che è essenziale che ci sia un luogo “dove i bambini possono incontrarsi a giocare (…) che ci sia almeno una parte (…) dove il gioco è più libero, «selvaggio» (…) [esso] ha molteplici funzioni: dà ai bambini la possibilità di stare insieme, l’opportunità di usare i loro corpi, per sviluppare la muscolatura, e per provare nuove abilità. Ma soprattutto, il gioco è una funzione dell’immaginazione. Il gioco di un bambino è la sua maniera di affrontare le problematiche della crescita, di alleviare le tensioni ed esplorare il futuro. Riflette esattamente i problemi e le gioie della sua realtà sociale. I bambini vengono a patti con il mondo, lottano con le immagini che hanno di esso, e le riformulano continuamente, attraverso quelle avventure dell’immaginario che noi chiamiamo gioco.

Qualsiasi tipo di parco giochi che disturba, o riduce il ruolo dell’immaginazione (…) può sembrare bello, può sembrare pulito, può essere sicuro, può essere sano – ma semplicemente non può soddisfare l’esigenza fondamentale a cui è destinato il gioco. (…) In città, però, è diventata una questione urgente. Il mondo dei giocattoli privati ​​e dei parchi giochi d’asfalto non fornisce l’ambientazione adeguata”[3] per uno sviluppo psico-fisico adeguato. (altro…)

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75. LA FAMIGLIA *

. . . . assumiamo ora, che tu abbia deciso di costruire una casa per te stesso. Se la collochi in maniera appropriata, la casa può aiutarti a creare un agglomerato, o una schiera di case, o un poggio di case – CASE RAGGRUPPATE (37), CASE A SCHIERA (38), POGGIO DI CASE (39) – o può contribuire a mantenere viva una comunità di lavoro – CASE NEGLI INTERSPAZI (48). Questo seguente pattern ti fornisce alcune importanti informazioni in merito alle caratteristiche sociali dell’abitare. Se avrai successo nel seguire questo pattern, esso ti aiuterà nel realizzare i pattern IL CICLO DI VITA (26) e MIX DI ABITAZIONI (35) nella tua comunità.

* * *

La famiglia ‘nucleare’ non costituisce di per sé una forma sociale vitale/valida.

Fino a pochi anni fa la società umana era fondata sulla ‘famiglia estesa’: una famiglia di almeno tre generazioni con genitori, figli, nonni, zii, zie e cugini, tutti conviventi in un’abitazione singola o un’abitazione articolata, fatta di parti sostanzialmente connesse. Ma le persone di oggi si spostano di centinaia di chilometri per sposarsi, per istruirsi e per lavorare. In tali circostanze le sole unità familiari che rimangono sono quelle denominate “famiglie nucleari”: padre, madre e bambini. E molte di queste famiglie sono ulteriormente divise a causa di separazioni e divorzi. (altro…)

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Un luogo vitale

Durante il percorso di ricerca intrapreso con il progetto Paese Mi’ ci siamo chiesti spesso cosa rende un luogo più o meno vitale. Tra le varie azioni da noi intraprese, un primo esperimento è stato quello di filmare, in una giornata di ottobre, quello che accadeva nei Giardini di Porta Venezia, un luogo che conosciamo e amiamo perché ci fa star bene. Lo abbiamo osservato, e filmato, nel tentativo di catturare ciò che Christopher Alexander chiamaLa qualità senza nome.

Chiunque nel guardare il filmato può facilmente percepire tale Qualità. Il piacere che si può provare osservando le dinamiche che si sviluppano fanno di questo parco un luogo davvero speciale. Abbiamo chiamato il filmato «Life Cycle», come il pattern omonimo, perché ritenevamo rappresentasse bene che nel parco fosse presente un giusto equilibrio di persone che si trovano in ogni fase della vita, dai neonati agli anziani” (26).

Sorprendentemente, soprattutto di questi tempi, nel parco sembra si sviluppino momenti di vita che coinvolgono tutti, indipendentemente dalla loro età, e che si sentano a proprio agio e in armonia con gli altri e con la natura.

La cornice naturale fatta dalle accoglienti ombre e colori degli alberi secolari; gli ampi prati dove tutti in piena libertà possono distendersi al sole o giocare con il proprio cane; lunghi e tortuosi vialetti dove camminare o correre; luoghi riservati e tranquilli che aiutano letture ispirate o il sorgere di nuovi amori; edifici che nella loro funzione, forma e disposizione posseggono  a loro volta «La qualità»; l’acqua ovunque presente, nelle fontane, nei corsi d’acqua e nei laghetti; panchine protette da vento, ben esposte al sole e posizionate in maniera da permettere di osservare e incentivare gli incontri; il ‘Gioco’ presente ovunque. Un intersecarsi continuo di volumi e di spazi dove sembra che tutti, genitori, nonni, adulti, ragazzi, bambini, possano stare insieme, ognuno vivendo il proprio attimo, interagendo con gli altri.

Tutto ciò rende questo luogo un posto estremamente vitale.


riprese video, montaggio di Antonello ‘Martinez’ Gianfreda & Patrizia Filomena Giannoccarobrani musicali Spero e Respiro gentilmente concessi da Effebizeta

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Un “Pattern” è (un po’) come un diamante

Un intervista* a Jenny Quillien racconta la nascita della ricerca portata avanti dal gruppo di lavoro di Christopher Alexander che ha condotto alla pubblicazione di uno dei saggi di architettura più venduto di tutti i tempi, “A Pattern Language” e le motivazioni per le quali dopo trent’anni hanno portato l’autore a ridiscutere le sue stesse teorie integrandole con la pubblicazione di una serie di 4 saggi chiamata “The Nature Of Order”. (altro…)

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203. TANE PER BAMBINI

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. . . i luoghi riservati ai giochi per bambini – PARCO GIOCHI D’AVVENTURA per (73), LA CASA DEI BAMBINI (86), REGNO DEI BAMBINI (137) – e PARETI SPESSE (197) – Possono essere impreziosite da un dettaglio molto speciale.

* * *

I bambini amano stare in luoghi minuscoli, simili a delle tane.

Durante il loro gioco, i bambini cercano spazi simili a tane dove infilarsi, casse d’imballaggio, sotto i tavoli, in tende da campo, ecc (altro…)

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241. PUNTI PER SEDERSI**

. . . supponiamo che la struttura principale dell’edificio sia terminata. Per completarla in maniera perfetta avete bisogno di costruire fin nei dettagli i giardini e le terrazze che circondano l’edificio. In alcuni casi, probabilmente, avrete deciso dove posizionare le mura, i fiori e le sedute, almeno a grandi linee; ma sarebbe auspicabile prendere queste decisioni definitive quando l’edificio è presente materialmente – in maniera che si possano cucire all’edificio per aiutarlo a legare meglio con l’ambiente circostante – FORMA DEL PERCORSO (121), GRAPPOLI DI  ATTIVITA’ (124), TERRAZZA PRIVATA LUNGO LA STRADA (140), BORDO DELL’EDIFICIO (160), LUOGO BEN SOLEGGIATO (161), STANZA ALL’APERTO (163), ATTACCO A TERRA (168), PERCORSO PERGOLATO (174), SEDUTA NEL GIARDINO (176), etc.  In primo luogo, le sedute all’esterno, pubbliche e private.

*  *  *

Dove le sedute all’esterno sono disposte senza avere cura della visuale e del clima, esse saranno quasi certamente inutilizzate.

 

Abbiamo fatto controlli spot su panchine scelte a Berkeley, in California, e abbiamo registrato per ognuna i seguenti dati: Era occupata oppure vuota? Dava la possibilità di guardare una qualche attività in corso, o no? Era ben esposta al sole, oppure no? In quel momento qual era la velocità del vento? Tre delle undici panchine erano occupate; otto vuote.

Nel momento dell’osservazione, tutte e tre le panchine occupate guardavano verso un’attività, erano al sole, e c’era una velocità del vento inferiore a mezzo metro al secondo. In nessuna delle altre otto panchine erano presenti queste tre condizioni. Tre di loro erano riparate, davano la possibilità di guardare verso delle attività, ma non erano esposte al sole; tre di queste guardavano verso delle attività, ma non godevano del sole, e il vento soffiava a più di 1 metro al secondo; due avevano sia il soleggiamento che il riparo dal vento, ma non la possibilità di guardare verso attività.

Una seconda serie di osservazioni mette a confronto il numero di anziani seduti a Union Square alle tre di pomeriggio in una giornata soleggiata con quello di un giorno nuvoloso: 65 persone con il sole e 21 in una giornata nuvolosa, anche se la temperatura dell’aria era uguale.

Naturalmente sembra ovvio – ma il punto è proprio questo – quando in un progetto scegliete dove posizionare  sedute all’aperto, muri e scale per sedersi, panchine nel giardino, rispettate queste caratteristiche:

  1. Panche che affacciano direttamente su attività pedonali.
  2. Panche rivolte a sud pergodere  dell’esposizione solare durante i mesi invernali.
  3. Un muro dal lato dove batte il vento invernale.
  4. Nei climi caldi—provvedete ad una copertura che, intorno a mezzogiorno durante i mesi estivi, garantisca protezione solare e orientate la panchina verso la brezza estiva.

Perciò:

La scelta di buoni punti per le sedute all’aperto è di gran lunga più importante che costruire panchine alla moda. Se il luogo è quello giusto, in effetti, anche il tipo più semplice di seduta risulta perfetto.

Nei climi freddi, fate in modo che siano disposte di fronte al sole e riparate dal vento; nei climi caldi, posizionatele all’ombra ed esposte verso le brezze estive. In entrambi i casi, collocatele in maniera tale che si affaccino verso qualche attività.

*  *  *

Se queste sedute possono essere realizzate in continuità con scale, ingressi di edifici, muretti o balaustre, tanto meglio – SCALE PER SEDERSI (125), PANCA ACCANTO ALL’USCIO (242), MURETTO PER SEDERSI (243) . . . .


fonte: A Pattern Language: Towns, Buildings, Construction” – Christopher Alexander, Sara Ishikawa, Murray Silverstein – Oxford University Press, 1977 – tradotto da Antonello ‘Martinez’ Gianfreda & Patrizia Filomena Giannoccaro

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