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Alcune modeste riflessioni sulla natura dell’architettura nel nostro tempo – (1/2)

Herni Matisse, Donna con ombrello seduta di profilo. 1919-21, olio su tela

di Christhopher Alexander*

   Prefazione
Ho scritto il seguente articolo in risposta ad un commento, scritto da William Saunders, e pubblicato su Architectural Record nel numero di maggio del 2002. – (1) Il commento ha preso la forma di recensione libraria divisa in due parti, la prima tratta di “A Pattern Language” (una versione condensata di una recensione più lunga che era apparsa nella primavera 2002 su Harvard Design Magazine) e la seconda parte viene presentata, come se si trattasse di una recensione di Il Fenomeno della vita, libro I della serie La Natura dell’ordine. – (2) Comunque, la forma attuale di questa seconda parte è quella di un attacco personale. E’ stata impostata intenzionalmente con lo scopo di distruggere il libro, non argomentando, ma danneggiando la mia reputazione personale e professionale. Tale esposizione dà poche indicazioni concrete che il signor Saunders abbia letto Il Fenomeno della vita. Certamente non ha né spiegato, né riassunto, né offerto repliche sugli argomenti che il libro contiene.

Per un recensore di libri è insolito evitare di parlare dei contenuti del libro che recensisce. Ciò suggerisce, a mio avviso, o che l’autore ha fatto il suo lavoro molto rapidamente, e non ha quindi avuto il tempo di esaminare il libro con attenzione, o che ha ritenuto che Il Fenomeno della vita contenesse materiale così pericoloso per l’attuale maniera di pensare l’architettura, che doveva essere distrutto, piuttosto che criticato in base ad argomentazioni ragionate, in modo tale da impedire ad ogni costo agli architetti la lettura di tale libro.

Se effettivamente questo è il caso, allora tale tentativo di occultare le colpe dell’odierna professione dell’architettura attraverso sferzate, diventa interessante perché suggerisce quanto la professione sia isolata dai recenti sviluppi della scienza. Il libro recensito presenta una proposta, idee, e prove scientifiche che, se considerate nel loro insieme, potrebbero avere enormi implicazioni per la pratica dell’architettura, e, una volta prese sul serio, inevitabilmente cambiare la natura dell’architettura nella società.

 

Un criterio oggettivo per valutare l’architettura

Il Fenomeno della vita descrive un criterio completamente nuovo, scientifico, per definire il valore in architettura. Ed è basato su 27 anni di osservazioni accuratamente registrate.

La proposizione fondamentale contenuta in questo libro è che il grado di vita sia una caratteristica oggettiva e osservabile degli edifici e di altri artefatti, che essa dipenda dalla presenza o assenza di una struttura identificabile che possiamo chiamare struttura vivente: e che è la presenza o l’assenza di questa struttura che distingue gli edifici di valore da quelli che non lo sono, la buona dalla cattiva architettura. (altro…)

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Completezza

Nessun uomo è un’isola,
intero in se stesso;
ogni uomo è un pezzo del continente,
una parte del tutto.
Se anche solo una zolla venisse lavata via dal mare,
l’Europa ne sarebbe diminuita,
come se le mancasse un promontorio,
come se venisse a mancare una dimora amica
o la tua stessa casa.
La morte di qualsiasi uomo mi sminuisce,
perché io sono parte dell’umanità.
E dunque non chiedere mai per chi suona la campana:
Essa suona per te.

No man is an island, entire of itself; every man is a piece of the continent, a part of the main. If a clod be washed away by the sea, Europe is the less, as well as if a promontory were, as well as if a manor of thy friend’s or of thine own were: any man’s death diminishes me, because I am involved in mankind, and therefore never send to know for whom the bell tolls; it tolls for thee.”

di John Donne, poeta inglese del XVIII secolo, citata da Ernest Hemingway in premessa al suo romanzo “Per chi suona la campana”

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Cosa si intende per Unfolding?

Con questo pubblicazione del Prof.Caperna introduco la teoria del metodo che ci sta guidando nello sviluppo delle  proposte progettuali per poter rivitalizzare il territorio di Fasano.

 Ing. Arch. Filomena Patrizia Giannoccaro


Wholeness e Unfolding come processi di rigenerazione organica

Arch. Antonio Caperna

La città deve tornare a essere luogo di relazioni viventi per gli esseri umani, e perciò occorre capirla come sistema d’interazioni complesse, della quale recuperare la coerenza. Alla discussione aperta sull’argomento seguiranno alcuni esempi e progetti concreti per vivificare alcune zone di Roma.

abstract: L’architettura e l’urbanistica biofiliche, opposte all’architettura e all’urbanistica patogene. Le reti, i flussi e la città integrata. Complessità, autoorganizzazione, frattali e unfolding in architettura. Progettazione pari-a-pari e partecipazione dei committenti. Metodologie per lo studio dei flussi e per la rappresentazione dinamica e comprensibile delle componenti della città. La conservazione. La modifica distruttiva. Microchirurgia urbana.

Nel presente scritto cercherò di fornire gli elementi fondamentali della procedura di Unfolding sviluppata da Alexander nell’opera The Nature of Order. Saranno introdotti ed esplicitati, seppur in maniera concisa, le “strutture” che costituiscono la base fisico-geometrica, biologica e filosofica del processo di Unfolding: cioè i concetti di WholenessLiving Centers e Visioning.
Cominciamo con vedere cosa si intende per Unfolding? Possiamo definire Unfolding come un processo di “sviluppo che mantiene la struttura”. In maniera più dettagliata, Unfolding è un processo progettuale dinamico che attraverso una sequenza incrementale e ciclica preserva e/o rafforza la struttura (costitutiva e vitale) di un ambito potenziandone la sua Wholeness. Si immagini lo sviluppo di un quartiere dove la geometria degli spazi e le attività cui gli stessi sono destinati evolve in modo incrementale come un unicum. Questa evoluzione avviene secondo un modello sistemico, ovvero interessa tutte le sue componenti e deve essere tale che ciascuna di queste componenti conservi un rapporto armonico con tutte le altre.
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