Con grande rammarico osserviamo che, da alcuni anni, gli alberi della Città di Fasano e frazioni vengono ripetutamente maltrattati con drastiche potature che in alcuni casi arrivano anche alla loro “capitozzatura”.

Ogni volta che tagliamo un ramo, asportiamo una parte indispensabile per l’albero. Se asportiamo una parte eccessiva dei rami, e quindi di foglie, l’albero si troverà in condizione di avere troppo poca energia rispetto a quella di cui necessita, favorendo l’avanzare dei parassiti del legno, che inizieranno a disgregare degradare i tessuti in prossimità del taglio, dando origine a delle cavità all’interno di rami e tronchi; questo andrà a rendere la struttura dell’albero ancora più fragile.

“Un albero è molto di più di un semplice pezzo di legno morto” come disse Alex Shigo, riconosciuto in tutto il mondo come padre della moderna arboricoltura “gli alberi sono esseri viventi, che sono in attività durante tutto l’anno…”.  

Un albero in città svolge un ruolo insostituibile per il benessere dei cittadini, purifica l’aria, trattiene di inquinanti, abbassa notevolmente le temperature dei mesi più caldi, attenua il triste grigiore portato da strade e cemento, riduce il rumore del traffico e contribuisce ad aumentare il benessere psicologico e vitale delle persone, riducendo lo stress e migliorando l’interazione sociale. La cosa indiscutibile è quanto sia importante che gli alberi, in città, ci siano!

Spesso, però, ci si dimentica che dovrebbero anche essere rispettati, curati e gestiti nella maniera più corretta possibile.

Quando gli alberi vengono piantati o potati senza alcun riguardo per i luoghi speciali che essi possono creare, sono utili alle persone che ne hanno bisogno come fossero morti.

 

Gli alberi hanno un significato molto profondo ed essenziale per gli esseri umani. L’importanza degli alberi secolari è archetipica; (…)

Gli alberi che la gente ama, creano spazi sociali particolari: luoghi in cui ci si può sostare, attraversare, luoghi dei quali poter sognare, luoghi che è piacevole disegnare. (…) E solo quando si esprime il pieno potenziale di un albero nel plasmare i luoghi, che si fa sentire la sua reale presenza e la sua vera importanza.

Gli alberi che sono piantati al giorno d’oggi non hanno per nulla questo carattere —sono affogati in parcheggi o lungo le strade, in «speciali aree verdi», si possono guardare, ma non toccare. Essi non formano in maniera assoluta dei luoghi– perciò non hanno nessun significato per le persone.

(…) Gli alberi in città, intorno a un edificio, in un parco o in un giardino non fanno parte di un bosco. Hanno bisogno di premura. Appena prendiamo la decisione di avere degli alberi in una città, dobbiamo riconoscere che l’albero diventa un ‘essere’ ecologico di tipo diverso. Ad esempio, in un bosco gli alberi crescono in posizioni a loro favorevoli: la loro densità, l’esposizione solare, il vento e l’umidità sono scelti dal processo di selezione. Ma in una città, un albero cresce dove è stato piantato, e non sopravvivrà a meno che non venga curato con la massima attenzione — tramite la potatura, curato ogni volta che la sua corteccia viene ferita, vigilato in modo costante . . .”

Pattern 171. Luoghi alberati** – ‘A pattern language’, C. Alexander e altri, Oxford Press, 1977

Per la Selvicoltura contemporanea è un dato di fatto che, anche al momento in cui sia necessaria una riduzione della dimensione di un albero, una potatura eccessiva sarà controproducente: l’accelerata formazione di nuovi rami riporterà rapidamente  l’albero alle sue dimensioni iniziali, i nuovi rami saranno più deboli e negli anni diventeranno pericolosi, nei grossi tagli avverrà un’aumento di patogeni, come funghi. Il tutto in aggiunta alla non meno importante perdita del valore estetico dell’albero ornamentale.

Fotogrammetria in sequenza del Parco della Rimembranza a Fasano; 2009 prima della potatura, 2011 dopo la potatura, 2013 due anni e mezzo dopo la potatura

Fotogrammetria in sequenza del Parco della Rimembranza a Fasano; 2009 prima della potatura, 2011 dopo la potatura, 2013 due anni e mezzo dopo la potatura

Girando per la città, sembrerebbe che a Fasano gli alberi non abbiano trovato un ambiente “amico”. Ci sorge spontanea la domanda se questa controproducente gestione del verde abbia una giusta motivazione, se queste operazioni così aspre siano dovute a una reale necessità. Non c’è un modo migliore di intervenire?

Immaginiamo che una delle possibili cause possa essere la carenza di risorse economiche, che al giorno d’oggi affligge tutti gli Enti Pubblici, ma non possiamo fare a meno di pensare che il rischio di affidare questi servizi che necessitano di una elevata specializzazione ad imprese poco attente e qualificate, arrechi un danno eccessivo alla qualità dell’ambiente urbano.

La letteratura scientifica presenta ormai numerosi contributi che analizzano l’importanza degli alberi in contesti urbani, quantificandone i vantaggi per la collettività anche in termini economici e in termini di benessere psicologico, aumento delle residenze in zone alberate, riduzione di inquinanti e fissazione di CO2.

Il problema è certamente anche culturale.  E’ ancora diffusa la vecchia convinzione che guida le scelte amministrative per la cura del verde urbano. Si sentono spesso frasi come “più tagli gli alberi e più essi si rinforzano”, o “gli alberi hanno bisogno di essere tagliati”, superstizioni dettate da una scarsa conoscenza degli alberi, di come crescono e come reagiscono ai condizionamenti esterni. Un altra credenza molto diffusa è che un albero “grande” sia necessariamente pericoloso e che vada quindi tagliato per contenerlo.

Questo non vuol dire che tutti gli alberi debbano essere considerati potenzialmente pericolosi. Esistono metodologie e strumentazioni in grado di rilevare e diagnosticare tutti i segnali di pericolo che un albero può presentare. La prevenzione rappresenta il metodo più efficace per la gestione e la conservazione del patrimonio arboreo cittadino. Evitando i traumi e le ferite è possibile mantenere sani ed integri gli alberi, riducendo al minimo gli oneri gestionali e manutentivi.

“Un albero è molto di più di un semplice pezzo di legno morto” - Alex Shigo

“Un albero è molto di più di un semplice pezzo di legno morto” – Alex Shigo

Questo nella nostra città evidentemente non avviene e il risultato di ciò è sotto gli occhi di tutti: alberi ridotti a moncherini, alberi che una volta morti non vengono più sostituiti, situazione fito- sanitaria compromessa, riduzione della qualità della vita sociale. Questo trattamento barbaro è ancor più deleterio se operato su alberi monumentali, come ad esempio i due imponenti Olmi del Parco della Rimembranza, che non possono sopportare una potatura radicale al pari di quelli più giovani, per la loro ridotta capacità di reazione a tali stress e non disponendo di sufficiente energia per fronteggiarli.

È vivo  in molti di noi cittadini il ricordo della “Festa dell’albero”, una delle più antiche cerimonie che dimostra come il culto ed il rispetto dell’albero affermino il progresso civile, sociale, ecologico ed economico di un popolo. Si celebrava il 21 novembre di ogni anno, un momento in cui tutti i bambini italiani erano protagonisti nel piantare un nuovo albero. Vige ancora un legge del 1992, che obbliga ogni Comune alla messa a dimora di un albero per ogni neonato. Legge civilissima, aggiornata nel 2013,  che aggiunge anche l’obbligo di censimento e classificazione degli alberi cittadini, misure di salvaguardia e tutela degli alberi monumentali e creazione di percorsi formativi per il personale addetto alla manutenzione del verde; che però non ha trovato, sempre per la cronica mancanza di fondi, un’adeguata applicazione nel nostro Paese.

Ci auguriamo perciò che, in un immediato futuro, i nostri alberi vengano curati con maggior premura, che possano crescere bene e in modo fedele alla propria natura, che cooperino con le persone e contribuiscono a formare i luoghi di cui la gente ha bisogno, che frequenti volentieri, e che in tutte le aiuole ‘orfane’ venga ripiantato un albero di dimensioni adeguate a quelle che il luogo necessita.

Pensiamo che sia compito della comunità favorire i processi che garantiscano ad ogni bambino fasanese di poter piantare almeno un albero in ogni fase della sua crescita e che gli sia garantita anche la possibilità di seguirlo finché lo stesso non sia armonioso, stabile e sicuro. Non sarebbe difficile dimostrare che se questa regola fosse regolarmente osservata il risultato sarebbe garanzia di un genuino sviluppo civile, sociale ed economico della città.

Antonello ‘Martinez’ Gianfreda & Filomena Patrizia Giannoccaro


fonti bibliografiche:

    • Alberi in città, una risorsa da tutelare, a cura di Andrea Pellegatta Elena Livia Pennacchioni, Ads Fullpress Edizioni
    • A pattern Language, C. Alexander e altri, Oxford Press, 1977
    • Legge 14 gennaio 2013, n. 10, Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani, Ministero dell’Ambiente
    • Storia della Festa dell’Albero, http://www.corpoforestale.it/