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…all’interno del vicinato locale, anche se esiste già uno spazio comune dove i bambini possono incontrarsi a giocare – SPAZIO COMUNE (67), SPAZIO DI GIOCO COLLEGATI (68); è essenziale che ci sia almeno una parte più piccola, che sia differenziata, dove il gioco è più libero, “selvaggio”, e dove i bambini hanno accesso ad ogni tipo di “materiale”.

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Un castello, fatto di cartoni, pietre, e vecchi rami, costruito da un gruppo di bambini per se stessi, vale più di mille castelli minuziosamente dettagliati, perfettamente rifiniti, realizzati per loro in una fabbrica.

Il gioco ha molteplici funzioni: dà ai bambini la possibilità di stare insieme, l’opportunità di usare i loro corpi, per sviluppare la muscolatura, e per provare nuove abilità. Ma soprattutto, il gioco è una funzione dell’immaginazione. Il gioco di un bambino è la sua maniera di affrontare le problematiche della crescita, di alleviare le tensioni ed esplorare il futuro. Riflette esattamente i problemi e le gioie della sua realtà sociale. I bambini vengono a patti con il mondo, lottano con le immagini che hanno di esso, e le riformulano continuamente, attraverso quelle avventure dell’immaginario che noi chiamiamo gioco.

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Qualsiasi tipo di parco giochi che disturba, o riduce il ruolo dell’immaginazione, rendendo il bambino più passivo, rendendolo il destinatario della fantasia di qualcun altro, può sembrare bello, può sembrare pulito, può essere sicuro, può essere sano – ma semplicemente non può soddisfare l’esigenza fondamentale a cui è destinato il gioco. E, per dirla tutta, si tratta di uno spreco di tempo e denaro. Le astratte Playland, enormi, scolpite, sono pessime così come i parchi giochi asfaltati e le palestre nella giungla. Non sono solo sterili; Esse sono inutili. Le funzioni che svolgono non hanno nulla a che fare con la maggior parte dei bisogni fondamentali del bambino.

Questo bisogno di gioco avventuroso e fantasioso viene curato facilmente nelle piccole città e in campagna, dove i bambini hanno accesso alle materie prime, allo spazio, ed un ambiente alquanto comprensibile. In città, però, è diventata una questione urgente. Il mondo dei giocattoli privati ​​e dei parchi giochi d’asfalto non fornisce l’ambientazione adeguata per questa tipologia di gioco.

Il lavoro di base su questo problema, viene da Lady Allen di Hurtwood. In una serie di progetti e pubblicazioni degli ultimi venti anni, Lady Allen ha sviluppato il concetto di parco giochi d’avventura per le città, e rimandiamo il lettore, prima di tutto, ai suoi lavori. (Si veda, ad esempio, il suo libro, Planning for Play, Cambridge: MIT Press, 1968.) Crediamo che il suo lavoro sia così rilevante, che, di per sé, essa stabilisce il pattern essenziale per i parchi giochi di quartiere.

Colin Ward ha quindi scritto una recensione eccellente, “Adventure Playgrounds: A Parable of Anarchy” Anarchy 7, September 1961. Questa è la sua descrizione del parco giochi di Grimsby:

Alla fine di ogni estate i bambini videro le loro capanne e le loro baracche trasformate in legna da ardere, che regalarono in incredibili quantità ai pensionati. Quando in primavera cominciano a costruire, “è solo un buco nel terreno – e ci strisciano dentro.” A poco a poco i buchi lasciano il posto alle capanne a due piani. Analogamente accade agli gli avvisi sopra loro tane. Si comincia con l’inchiodare cartelli “ALLA LARGA”. Subito dopo vengono i nomi più personali come “Caverna piena di insetti” e “Caverna dell’uomo morto”, ma prima della fine dell’estate ci saranno nomi comuni come “Ospedale” o “Agenzia immobiliare”. Vi è una gamma continuamente mutevole di attività dovute interamente alla fantasia e alle imprese dei bambini stessi…

Perciò:

Stabilite un campo giochi per i bambini in ogni circondario. Non un campetto estremamente rifinito, con asfalto ed altalene, ma un posto con materiali naturali di tutti i tipi – reti, scatole, fusti, alberi, corde, semplici attrezzi, telai, prato, e acqua – dove i bambini possano creare e ricreare campetti propri.

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Assicuratevi che il campetto avventuroso sia al sole – LUOGO SOLEGGIATO (161); create superfici dure per biciclette e macchinine e camion giocattolo e carrelli, e superfici soffici per argilla ed oggetti da costruzione – PISTE CICLABILI E RASTRELLIERE (56), GIARDINO SELVAGGIO (172), TANE PER BAMBINI (203); e rendete il margine tangibile con una PARETE DEL GIARDINO (173) o MURETTO PER SEDERSI (243)….


fonte: A Pattern Language: Towns, Buildings, Construction” – Christopher Alexander, Sara Ishikawa, Murray Silverstein – Oxford University Press, 1977 – tradotto da Antonello ‘Martinez’ Gianfreda & Patrizia Filomena Giannoccaro